All’ Assessore regionale all’ agricoltura
e p.c. :
Alle organizzazioni professionali agricole
Alle Associazioni Venatorie
Al quotidiano LIBERTA’
Alla Gazzetta di Parma
OGGETTO Ordinanza n° 3 del 11/1/2022 – Relativa alla peste suina africana.
Sono un appassionato cinofilo residente in provincia di Piacenza, ho appreso dalla stampa la notizia di un cinghiale infetto da peste suina in provincia di Alessandria e in seguito ho letto l’ Atto con cui la regione Emilia Romagna intende operare per ridurre i rischi di propagazione dell’infezione di cui trattasi . Il Decreto Presidenziale, su Sua proposta, dopo avere rilevato che il virus della peste suina africana rappresenta un “serio rischio epidemico per i suini allevati” determinando un elevato indice di mortalità con conseguenze dirette ed indirette sulle produzioni della filiera regionale, conclude ordinando la sospensione della residua attività venatoria e di controllo con l’ uso del cane e dell’ addestramento.Rilevo che nelle indispensabili premesse all’Ordinanza non si fa, però, cenno alcuno alle motivazioni che portano poi a vietare, sui territori in questione solo l’utilizzo del cane. Siamo costretti a presumere che si intenda evitare che il cane provochi lo spostamento dei cinghiali oppure che, venendo a contatto con una carcassa di cinghiale infetta , possa propagare l’ infezione. Se ho indovinato mi deve essere consentita qualche osservazione:
- nei territori di cui parliamo: l’alto Appennino Ligure – Emiliano – Piemontese, vive stabilmente qualche centinaio di lupi e volpi, i primi dei quali fanno correre branchi di cinghiali da un crinale all’ altro e da una regione all’ altra, poi, insieme alle volpi, vanno più e più volte a cibarsi delle carcasse abbandonate finché non ne rimane nulla;
- sulla restante parte dei territori provinciali soggiorna, da anni, una popolazione indefinita ed incalcolabile di cornacchie e gazze che si cibano delle carcasse e diffondono qualsiasi infezione in ogni metro quadrato di territorio anche a chilometri di distanza, compresi, naturalmente, gli allevamenti suini.
Se quanto sopra corrisponde al vero occorre almeno rilevare che l’ordinanza in oggetto, oltre ad essere carente di motivazioni, non interviene sulle più importanti cause che possono propagare la peste con le conseguenze sulla efficacia della ordinanza medesima.L’ordinanza interviene su una questione assolutamente marginale e minimale: l’utilizzo del cane, che, in questo caso risulta anche l’ obiettivo più semplice da colpire, esercizio tipico di chi ama “vincere facile”. Ben più impegnativo sarebbe cominciare a parlare di censimento della popolazione di lupi sulle nostre montagne e colline, oppure di piano di contenimento delle volpi nel quale la nostra Regione si è distinta in Italia per avere vietato l’utilizzo del cane nelle battute. E’ del tutto evidente che parliamo di una ordinanza inadeguata rispetto alla gravità del problema. Una ordinanza segno inequivocabile di un livello di gestione dei problemi dove non vince la volontà di risolverli bensì il timore di urtare le solite suscettibilità della solita parte di opinione pubblica che dorme i suoi sonni tranquilli e non deve essere disturbata dai rumori sgraditi prodotti dalla cruda realtà. Nel frattempo il virus della peste suina è libero di proseguire indisturbato il suo cammino.
Gossolengo (PC) 14 gennaio 2022
Lettera del Signor Alberto CAGNONI