2° CAMPIONATO PROVINCIALE CANI DA FERMA Gropparello 24/04/2016

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Nella foto, dalla sinistra: Franco MAZZA Presidente Provinciale ANUU, Jonata CARINI 3° classificato, Pierluigi GARDINI 1°classificato, il  Giudice Sig. Stefano VIVANT e il 2° classificato Fabio CHIESA

 

Domenica 24 aprile 2016 a Gropparello (PC) , si è svolta una prova per cani da ferma denominata “2° Campionato Provinciale ANUU ” organizzata dal Gruppo Provinciale ANUU di Piacenza, con la collaborazione della locale Sezione ANUU “Val Chero” di Gropparello. La prova si è svolta in località Valle di Gropparello (PC). Il primo classificato è stato il Signor Pierluigi GARDINI di Fiorenzuola d’Arda con il setter “Das”, il secondo classificato è stato il Signor Fabio CHIESA di Gropparello con la setter “Lady”, il terzo classificato è stato il Signor Jonata CARINI di Gropparello con lo spinone italiano femmina di nome “Ambra”. Le premiazioni sono state effettuate sul campo dove sono avvenute le prove in località Valle di Gropparello (PC) dal Presidente Provinciale dell’ Associazione Sig. Franco Mazza, alla presenza del Signor Stefano VIVANT di Carpaneto. Si ringrazia in modo particolare per la riuscita della manifestazione, le Guardie Venatorie, gli agricoltori proprietari dei terreni e tutti coloro che hanno preso parte alla manifestazione.

(fonte: UFFICIO STAMPA PROVINCIALE ANUUMIGRATORISTI

REGIONE EMILIA-ROMAGNA: AL VIA IL PIANO REGIONALE DI CONTROLLO DELLE NUTRIE

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Primo in Italia, fissa regole e modalità d’intervento valide in tutta la regione per contenere i danni a territorio e agricoltura

Al via il Piano emiliano-romagnolo per il controllo delle nutrie, il primo in Italia dopo l’entrata in vigore, nel febbraio scorso, del Collegato ambientale alla legge di Stabilità che, pur mantenendo la classificazione dei roditori come animali infestanti e non più come fauna selvatica, dà alle Regioni la possibilità di intervenire per garantire un’azione più organica e coordinata.

La presenza della nutria infatti è in forte aumento in tutta Italia, con gravi danni al territorio, specie per quanto riguarda le strutture arginali, all’agricoltura e alla biodiversità. La Delibera della Giunta regionale, pubblicata sul Burert del 22 aprile e immediatamente operativa, stabilisce che l’attuazione del piano in ambito urbano è in capo ai Comuni, in ambito rurale alla Polizia provinciale e, nei territori di loro competenza, agli Enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali.

Il Piano prevede che la cattura e la soppressione con metodo eutanasico è consentita con specifiche trappole, sia in città che in campagna, tutto l’anno da parte di Polizia provinciale, guardie comunali, coadiutori (personale abilitato dalla Regione), agricoltori sul loro fondo, personale delegato alla tutela delle acque (se in possesso del titolo di coadiutore) e nei parchi e riserve naturali dal rispettivo personale di vigilanza.

L’abbattimento diretto con arma da fuoco può essere effettuato dal personale di vigilanza, dagli agricoltori solo se in possesso di abilitazione all’esercizio venatorio, dai coadiutori durante tutto l’anno e, inoltre, dai cacciatori/coadiutori durante l’esercizio della caccia dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio, nei territori cacciabili. Nelle zone protette il periodo di caccia è ridotto dal 1 agosto al 31 gennaio.

Gli enti parco possono decidere periodi diversi sul loro territorio: nelle zone umide, Sic e Zps l’abbattimento può avvenire dal 1 agosto al 31 gennaio e solo con uso di pallini atossici per salvaguardare la nidificazione degli uccelli acquatici.
Per quanto riguarda lo smaltimento degli animali occorre valutare la condizioni dell’habitat in relazione alle quali il capo può essere lasciato in loco, se irrecuperabile. Può essere previsto il sotterramento dove ciò non arrechi danni all’ambiente ovvero deve essere gestito come rifiuto speciale.

(fonte: http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/notizie-dai-siti/2016/al-via-il-piano-regionale-di-controllo-delle-nutrie)

LE PROPOSTE DEGLI A.T.C. PIACENTINI ALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

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LE PROPOSTE DEGLI A.T.C. PIACENTINI ALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

comunicato del -7  aprile 2016

Siamo stati informati che in data 17 marzo 2016 il portavoce degli A.T.C. di Piacenza ha inviato una lettera all’Ufficio Programmazione delle Attività Faunistico Venatorie della Regione Emilia-Romagna a Bologna. Con detta lettera si chiedono delle integrazioni al calendario venatorio per la stagione di caccia 2016/2017 per gli Ambiti Territoriali di caccia piacentini. In realtà queste solo sotto forma di restrizioni alla bozza del calendario venatorio regionale 2016/2017 predisposta dagli Uffici competenti della Regione.

1) Per tutti gli ATC (con l’esclusione dell’ATC PC 2, che si è espresso in proprio chiedendo un carniere massimo stagionale di 25 fagiani), viene chiesto un carniere massimo stagionale di 15 fagiani, mentre la Regione nella bozza di calendario non prevede alcuna limitazione;

2)Per l’ATC PC 1 viene chiesta la chiusura anticipata della caccia alla lepre alle ore 14, mentre la Regione nella bozza di calendario prevede che la caccia alla fauna selvatica stanziale è consentita dal sorgere del sole fino al tramonto, nel periodo compreso tra il 18 settembre e il 2 ottobre, la caccia alla fauna selvatica stanziale è consentita dal sorgere del sole fino alle ore 13. Si precisa che gli orari venatori, sono stati individuati dalla Regione facendo riferimento ad un valore medio regionale ottenuto dal calcolo delle medie quindicinali elaborate sulla base delle effemeridi aeronautiche fornite dall’Aeronautica militare;

3)Per l’ATC PC 3 vengono richieste le giornate di caccia fisse, Mercoledì, Sabato e Domenica, nonostante la bozza del calendario regionale preveda dal 18 settembre al 2 ottobre, due giornate fisse (giovedì e domenica) ogni settimana e dal 3 ottobre al 4 dicembre tre giornate a scelta ogni settimana (con esclusione del Martedì e del Venerdì). Inoltre sempre per il predetto ATC viene richiesta la chiusura anticipata della caccia alla lepre alle ore 14;

4)Per l’ATC PC 4 viene richiesta la chiusura della caccia per tutta la selvaggina stanziale alle ore 14 fino al 30/10/2016 e la caccia in forma di prevalenza e carnieri diversificati, non previsti dalla bozza regionale;

5)Per l’ATC PC 5 viene chiesta la caccia di specializzazione alla stanziale, prevista dalla regione solo in determinati distretti dell’ ATC in fase sperimentale;

6) Per l’ATC PC 6 vengono richieste le giornate fisse di caccia alla selvaggina stanziale (con prescelta ad inizio stagione venatoria fissate a discrezione del singolo cacciatore) con chiusura della caccia alla lepre alle ore 14.00 per tutta la stagione;

7)Per l’ATC PC 8  viene richiesta la chiusura della caccia il lunedì per la selvaggina stanziale, inoltre viene richiesta la caccia di prevalenza con carniere diversificato;

8)Per gli ATC PC7 e PC9, viene richiesta la caccia di specializzazione alla stanziale e la chiusura della caccia alla lepre per tutta la stagione alle ore 14.00;

9)Per gli ATC PC 10 e PC 11 viene chiesta la caccia di specializzazione alla stanziale e agli ungulati (senza obbligo di praticarla in via esclusiva);

10)Nonostante la Regione preveda che la caccia al cinghiale possa essere effettuata dal 1/10/2016 al 31/01/2017 (quattro mesi) viene richiesto di poter cacciare il cinghiale solamente tre mesi su quattro. Con conseguente aumento dei danni alle produzioni agricole, aumento del rischio di zoonosi  e aumento degli incidenti della strada dovuti a collisioni con i cinghiali.

A nostro avviso tutte queste restrizioni risultano insensate e non correlate a fondamenti scientifici, restrizioni che “in primis” penalizzano gli interessi di tutto il mondo venatorio piacentino. Invece di fare censimenti, indagini ed esperimenti su basi scientifiche per accertare quali siano i veri fattori che causano il calo di alcune specie di fauna selvatica (patologie, antropizzazione e cementificazione del territorio, pratiche agricole intensive, ecc.), per risolvere il problema si continua a comprimere i diritti dei cacciatori, l’unica specie realmente in via di estinzione, con giornate di caccia fisse, riduzione degli orari, del carniere, delle specie, dei periodi consentiti. E si badi che la possibile scomparsa dei cacciatori non sarà di beneficio, anzi comporterà pessime conseguenze per l’ambiente: chi si occuperà dei danni all’agricoltura e alla biodiversità causati dalle specie invasive e alloctone? Chi tutelerà l’incolumità delle persone da incidenti stradali e chi monitorerà possibili zoonosi trasmesse all’uomo dalla fauna selvatica? Chi fornirà a titolo gratuito ai ricercatori sul campo materiali e osservazioni sulla fauna selvatica? Abbiamo appreso, per puro caso, che è stato nominato un portavoce degli ATC: a nostro pare sarebbe stato opportuno nonché democratico coinvolgere e informare tutte le Associazioni Venatorie, anche quelle meno rappresentative. Che sia il grimaldello per colonizzare gli ATC piacentini da parte di qualche Associazione Venatoria? Non basta parlare di unità del mondo venatorio se poi, nella pratica, ci troviamo davanti questo “modus operandi” che ci allontana dal realizzare sul territorio piacentino questa unione tanto auspicata. Si spera che in futuro il portavoce degli ATC sia portavoce anche delle Associazioni Venatorie meno rappresentative sul piano provinciale in modo che queste siano informate e abbiano la possibilità di concorrere a scelte condivise per il bene comune. Noi eravamo rimasti all’ultima lettera “Ad oggi nessun coordinamento ATC” a firma dei presidenti degli ATC di Piacenza, pubblicata sul questo giornale in data 21 marzo 2015 a pag. 45, lettera mediante la quale veniva smentita l’eventuale esistenza di coordinamenti e di “centri servizi”. Lasciamo dunque ai lettori e ai cacciatori ogni pensiero, opinione e commento.

(fonte: UFFICIO STAMPA PROVINCIALE ANUUMIGRATORISTI)

 

PIANO DI CONTROLLO DEI CORVIDI: ANUU PIACENZA SCRIVE ALLA REGIONE E ALL’ISPRA

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PIANO DI CONTROLLO DEI CORVIDI: ANUU PIACENZA SCRIVE ALLA REGIONE E ALL’ISPRA

comunicato del 8 aprile 2016

Lo scorso 8 aprile 2016 l’ANUU di Piacenza, a firma del suo Presidente Franco Mazza, ha scritto una lettera alla Regione Emilia Romagna e all’ISPRA in merito al piano di controllo dei corvidi per la tutela della fauna selvatica, delle colture e della zootecnia, nella quale si evidenzia che “lo stato delle popolazioni naturali di lagomorfi e fasianidi sul territorio piacentino – di pianura soprattutto – è oggettivamente in costante deterioramento da alcuni anni. Le cause, tuttora in corso di accertamento, non sono comunque ed in alcun modo attribuibili all’attività venatoria, anche perché il calo è generalizzato e documentato in zone nelle quali l’esercizio venatorio non è consentito. I cacciatori, tuttavia, a fronte di un costo degli ATC rimasto inalterato, hanno accettato una diminuzione quantitativa e temporale del carniere lepre, continuando nel contempo a fornire un essenziale contributo al ristoro dei danni ambientali e agricoli. Questi sacrifici non hanno sinora dato i risultati auspicati e, al fine di tutelare e se possibile incrementare il patrimonio faunistico autoctono della lepre, della starna e della pernice rossa, come nelle pubbliche intenzioni rese note proprio in questi giorni da tutti gli ATC piacentini, l’Associazione ritiene necessario richiedere l’attuazione di un piano di controllo pluriennale della cornacchia grigia e della gazza, sia con gabbie tipo “Larsen” che con abbattimento con fucile.  A sostegno di tale richiesta è stato evidenziato che il piano di controllo, attuato con successo alcuni anni fa, ha dimostrato efficacia nel limitare i danni alle colture e alla fauna selvatica ed inoltre, attualmente in corso in molte province dell’Emilia Romagna e limitrofe della Lombardia, consente di mitigare l’effetto dei predatori sui nuovi nati di lepre, fagiani, starne e pernici rosse. Effettuando il piano di controllo – sottolinea ancora l’Anuu – si riuscirebbe nel contempo anche a monitorare la presenza di soggetti di tali specie portatori del “West Nile Virus” e di “Trichinella”, mediante il conferimento e la successiva analisi di un campione o della totalità dei capi abbattuti presso il centro zoo profilattico sperimentale “Tadini” di Gariga di Podenzano (PC). Inoltre l’ISPRA si è già espressa favorevolmente per l’attuazione di analoghi piani, in questa provincia e in molte province confinanti dell’Emilia Romagna e della Lombardia (ma non solo)”.I cacciatori hanno così concluso la loro lettera, confidando in una favorevole e tempestiva valutazione e condivisione della richiesta espressa e in considerazione dei positivi riscontri rendicontati negli analoghi piani adottati negli anni precedenti, rinnovando la loro massima disponibilità per una concreta collaborazione .

(fonte: UFFICIO STAMPA PROVINCIALE ANUUMIGRATORISTI)

IL CACCIATORE HA IL MASSIMO RISPETTO PER IL PROPRIO CANE

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IL CACCIATORE HA IL MASSIMO RISPETTO PER IL PROPRIO CANE

comunicato del -7  aprile 2016

Il giorno 27 marzo 2016., a pagina 25 del quotidiano “ Libertà” è stato pubblicato l’ articolo “Centinaia i cani da caccia abbandonati: paghiamo noi” <<Le associazioni venatorie contribuiscano con le quote degli associati>>, articolo mediante il quale viene letteralmente denigrata la categoria dei cacciatori, descritti come persone che abbandonano i cani che non hanno attitudine alla caccia; che tengono i loro fedeli ausiliari chiusi in piccoli recinti con scarsa igiene; che fanno uscire i cani solo per poterli portare a caccia; che questi cani conoscono l’uomo solo per le botte e per il poco cibo e alcuni di loro sembrano lobotomizzati si presume a causa del collare elettrico; che le femmine vengono utilizzate come fattrici e che gli vengono tolti i cuccioli prima dello svezzamento; che i cani vengono passati da cacciatore a cacciatore come si potrebbe prestare una bicicletta e inoltre si fa riferimento a cani privi di microchip di proprietà di cacciatori. Riteniamo queste accuse molto gravi e totalmente gratuite. Se un cane viene rinvenuto senza microchip, come si fa a dire che è di proprietà di un cacciatore? Le razze di cani da caccia, sia per la loro attitudine che per la loro bellezza, vengono acquistate anche da persone che non sono cacciatori (tanto che numerosi esemplari di razze da caccia oggi sono tenuti quali cani generici o, come si diceva un tempo, “da compagnia”, basti pensare a Cocker e Springer spaniel, Labrador e Golden retriever, Bassotti e persino Setter inglesi). A nostro parere la Volontaria dell’Arca di Noè che ha scritto l’articolo, ha inteso farlo contro la caccia e i cacciatori più che in difesa dei cani abbandonati. Se si voglio attaccare i cacciatori si trovino argomenti seri e non faziosi, non limitandosi all’obiettivo di sollecitare l’emotività dei lettori contro i cacciatori. Le Associazioni Venatorie forniscono anche una copertura assicurativa ai propri cacciatori associati (obbligatoria per legge per esercitare l’attività venatoria). Oltre a essere assicurato il cacciatore, lo è pure il cane, sia per quanto riguarda la responsabilità civile verso terzi che per sua morte o ferimento. Per poter essere coperti da assicurazione, i cani devono essere muniti di microchip ed essere iscritti all’Anagrafe canina comunale. Durante la stagione venatoria i cacciatori, vengono spesso controllati dalla Vigilanza e se uno di questi ha al seguito i cani, la prima verifica effettuata è quella della lettura del microchip. Il cacciatore che avesse il cane sprovvisto del congegno o che avesse omesso di segnalare il cambio di proprietà, rischia delle sanzioni amministrative piuttosto salate. Inoltre i cacciatori provvedono ad addestrare i propri cani lungo tutto l’anno in apposite zone autorizzate dalla legge e partecipano alle prove di lavoro che vengono organizzate dalle varie associazioni. Si rammenta che generalmente la caccia è aperta quattro mesi all’anno e che i cani da caccia necessitano di essere allenati e tenuti in perfetta forma costantemente. Infine, ma non da ultimo, è fondamentale che siano trattati con grande affetto e con riconoscenza anche per consolidare il rapporto col conduttore. Purtroppo l’abbandono e il maltrattamento dei cani sono vigliaccherie esistenti, che vengono punite dal codice penale, che potranno magari coinvolgere anche qualche cittadino-cacciatore al pari di tutti gli altri cittadini, ma che non possono essere collegate in automatico al mondo venatorio. La nostra associazione, quando in passato ha effettuato manifestazioni cinofile, nelle maggior parte dei casi ha destinato il ricavato ai cani meno fortunati ospiti di determinate strutture. Il vero cacciatore ha il massimo rispetto per il proprio cane.

(fonte: UFFICIO STAMPA PROVINCIALE ANUUMIGRATORISTI)